Skip to content


Riforma o non riforma, noi non ci stiamo.

dal Mattino di Padova, 22-12-2010

Un appello a Napolitano: «Presidente non firmi la riforma». Si è conclusa così la protesta degli studenti e dei dottorandi. Alle 12 una quindicina di dottorandi “indisponibili” ha scelto la sede dell’università popolare in corso Garibaldi, per liberare il grido d’allarme sul futuro della cultura. Al presidente Napolitano chiedono «un atto di civiltà per salvare il futuro dei giovani, dell’università pubblica e della ricerca in Italia che verranno distrutti da questa riforma». I dottorandi hanno esposto due striscioni per rilanciare la loro «indisponibilità» a svolgere la didattica – attività non prevista dal loro contratto e che non gli viene retribuita – annunciando il blocco dei loro insegnamenti anche per il secondo semestre che sarà ufficializzato con un documento che al momento ha 400 firme di adesione (su 1400 dottorandi) e sarà consegnato al rettore Zaccaria dopo le vacanze di Natale. «Siamo stufi di pedalare» e «Chi non ci ama non ci merita» il testo dei due striscioni con cui gli «indisponibili» rilanciano la loro mobilitazione per il 2011. In mattinata i manifestanti avevano distrubuito pacchi dono alle istituzioni.Ogni pacco regalo un valore simbolico.Dopo il Bo e l’Esu erano passati davanti a banca Antonveneta dove il pacco ha creato allarme perchè scambiato per un ordigno. Erano intervenute le forze dell’ordine e l’Antonveneta è stata sgomberata.

Posted in Mobilitazioni, Rassegna Stampa.